“Chi potrà mai accusare quelli che Dio ha scelto? Nessuno, perché Dio dichiara che non sono più colpevoli”. Romani 8:33
La domanda trova la risposta nella giustizia di Dio. Non si tratta di un’elezione arbitraria, ma della risposta di Dio a colui che crede. Se Cristo è morto per la nostra redenzione, è resuscitato per noi ed è alla destra di Dio Padre, divenuto il nostro prezioso avvocato che intercede per noi; c’è qualcosa o qualcuno che possa sciogliere questo legame d’amore tra il Salvatore ed i salvati? La risposta è retorica: non vi possono essere accuse e non si possono più sciogliere i vincoli creati dalla redenzione.
Tuttavia è possibile che i credenti siano prigionieri di un sentimento di ansietà e di colpa. Incapaci di perdonare se stessi, mancano di guarire per poco. Tutti facciamo degli sbagli. A volte piccoli, a volte più grandi… errori e fallimenti sono inevitabili. Pur desiderando di essere migliori scopriamo di mancare l’obbiettivo. Ciò dipende dalla nostra natura e dalle situazioni della vita che ci hanno formati. La famiglia, l’educazione ricevuta, l’ambiente e la società hanno un peso che incide sulle nostre scelte, sui nostri comportamenti. Abbiamo bisogno di essere guariti e liberati dal peso della colpa. Dio può farlo nella misura in cui decidiamo di migliorare la nostra attitudine, iniziando a imparare dagli errori fatti. Inutile ribellarsi o prendersela con gli altri. Piuttosto dovremmo accettare noi stessi. Tutti abbiamo pregi e difetti che ci rendono persone uniche e irripetibili. Un errore non può e non deve mettere in discussione tutta la nostra persona. Un errore accettato con la consapevolezza dei nostri limiti è l’occasione per ammettere che esiste un problema, e quindi giungere a una soluzione. Non esiste strada migliore per imparare a vivere.
Dio ci accorda la sua attenzione nella misura in cui riconosciamo il nostro bisogno di perdono e di compassione. Possiamo trovare la libertà da questi sentimenti negativi che ci opprimono.. In Gesù abbiamo il perdono per tutto ciò che noi siamo. Sperimentare l’amore di Dio, la sua compassione, scoprire che Egli ci accetta così come siamo, ci consente di evitare tutto quello che si oppone alla salute emotiva.