“II Signore mandò il profeta Natan da Davide. Natan andò e disse a Davide: “Perché hai disprezzato il Signore e hai fatto il male ? Tu hai fatto morire in battaglia Uria l’Ittita, per prenderti in moglie la sua sposa”. 2 Samuele 12: 1, 9.
La Bibbia non minimizza i fatti spiacevoli della vita dei suoi personaggi più illustri. Essa racconta la verità su ciascun soggetto, affinché consideriamo la caduta degli uomini e la misericordia di Dio. In queste storie di vita noi constatiamo che Dio ama l’uomo come egli è, apprendiamo con quale compassione Dio ci tratta. Molte persone hanno peccato più gravemente di Davide e sono ritornate a Dio in una maniera completa per cercare il perdono, la purificazione e la restaurazione interiore. Dopo il peccato Davide riconobbe di aver fatto un gran male e si pentì. Fu lui che scrisse la maggior parte dei Salmi, il libro principale della Bibbia. Certi fatti che sono descritti appaiono chiaramente nella sua esperienza. Essi ci fanno comprendere innanzitutto che presto o tardi le nostre debolezze vengono alla luce. E in secondo luogo, che noi dobbiamo vivere con le conseguenze generate dai nostri peccati e dal nostro allontanamento da Dio.
La carriera di Davide come capo e come re, presenta due periodi di tempo distinti. I primi due decenni furono contraddistinti da brillanti conquiste sui suoi nemici. I due decenni seguenti furono particolarmente cupi. Durante questi anni, Satana aveva trovato un punto debole nel carattere di Davide, per condurlo progressivamente al disastro. Alla fine, Davide fu affranto davanti a Dio e confessò: “lo ho peccato contro l’Eterno !” (2 Sam.12:13). La straordinaria grazia di Dio lo raccolse. Egli fu rinnovato dallo Spirito di Dio che fece di lui un uomo nuovo, un uomo convertito.
Mediante la potenza di Dio, noi siamo una nuova creazione. Forse noi disperiamo a motivo dei nostri peccati, ma Dio non dispera mai. Egli agisce per restaurare in noi l’immagine di suo figlio. Non temiamo l’azione della sua mano, essa agisce con tenerezza e amore. Dio prende sempre l’iniziativa in ogni cosa. Egli non si da tregua e ci chiede di guardare sempre al suo figliolo, in cui è rivelata tutta la saggezza, tutta la potenza e tutto l’amore suo.
Noi non possiamo cancellare le nostre trasgressioni e fare l’espiazione dei nostri peccati, e inoltre ci è impossibile purificare il nostro cuore dai cattivi pensieri. Questa è un’opera che sorpassa ogni capacità umana. Solo mediante la potenza vivificante che Cristo comunica all’anima penitente è possibile una tale trasformazione. Per questo motivo la salvezza è una questione strettamente personale. Dovremmo riflettere seriamente e giungere a concludere: “Questo amore di Dio mi riguarda personalmente. Questa questione significa per me la vita. E’ questo che Dio desidera farmi comprendere. In quanto alla responsabilità ultima per la mia vita, io rimetto ogni cosa a Dio. Signor Gesù, tu sei tutto ciò di cui io ho bisogno”.