Ma che Dio sei?

25
Ago

“Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù. Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.”
1 Timoteo 1:13-15
La confessione dell’apostolo Paolo ci sorprende vivamente. Egli fa un ritratto sincero di se stesso quando prima della sua conversione perseguitava i cristiani, e, cosa molto significativa, mette in luce il fatto importantissimo che proprio quando egli non mostrava misericordia, come chi ha la forte convinzione di sapere cosa è giusto, avvenne che egli fosse trattato con misericordia; lui che per l’attiva incredulità era impedito dal comprendere la verità, avvenne che fosse trattato con immeritata indulgenza.

La testimonianza resa dall’Apostolo ci lascia pieni di stupore e ci consente di comprendere la portata della grazia divina che ci è data in Cristo Gesù. Una grazia che sovrabbonda e dinanzi alla quale possiamo provare sentimenti di gratitudine umile e infinito amore riconoscente. Fu attraverso una profonda, personale esperienza dei suoi benefici che Paolo imparò ed esemplificò con il suo carattere la credibilità del Vangelo, per il quale era stato designato a scongiurare tutti gli uomini affinché lo credessero come certo, e lo ricevessero come degno di essere accolto e vissuto.

La sovrabbondante eccedenza della grazia divina che ci è data in Cristo Gesù, ci infonde una speciale impressione e motiva le nostre nobili azioni. Una vita cristiana se manca di misericordia e comprensione ha il carattere della tipica vita peccaminosa di incredulità ed inimicizia così violentemente espressa in Saulo prima della sua conversione. Un cristiano aggressivo, saccente e arrogante ha poco da sperare di passare per cristiano.

Saulo, il grande persecutore dei cristiani, venne disarcionato da cavallo e privato della vista per alcuni giorni. In quello stato di profonda umiliazione prese atto della sua condizione spirituale disperata e del misericordioso immeritato trattamento che gli veniva offerto. Le sue parole piene di gratitudine ci consentono di comprendere che lo scopo di Dio nel mostrare ad un grande peccatore come era Saulo, una così immeritata misericordia, era quello di fare della sua nuova vita un esempio di cristianesimo pratico e vero.

Da oltre duemila anni, il Cristo, la seconda persona della divinità, ha fatto irruzione nel nostro mondo. Il Dio invisibile si è fatto visibile e ha preso la forma umana. Egli è “Dio con noi”. Egli è venuto per realizzare la salvezza dell’uomo. Solo il Dio contro cui l’uomo aveva peccato poteva salvarlo. Solo il Dio che aveva subito la perdita di un mondo poteva raccoglierlo. Poiché Dio stesso è venuto, la salvezza è certa. Egli ha fatto questo passo per un supremo atto di grazia e di amore per l’uomo. La chiesa è la comunità di coloro che sono stati trattati con misericordia e raccolti in virtù dell’azione salvifica di Gesù Cristo.

Nel 1959, il giornale di Sydney, in Australia, riportò la notizia di un singolare salvataggio di una giovane ragazza di sedici anni. Un giovane vedendola trasportare al largo dalla corrente dell’oceano, si tuffo per salvarla. Ma improvvisamente un’onda gigantesca li portò entrambi lontano dalla riva. Secondo il racconto, dei pescecani li circondavano sfiorando spesso le loro gambe. La ragazza svenne dal terrore, ma il giovane la sostenne per tre ore, riuscendo miracolosamente a riportarla a riva. I giornali descrissero questo episodio come un’evento singolare nella storia dei salvataggi in Australia.
Il giovane salvatore fu mosso da un generoso sentimento di altruismo. Egli non gettò alla ragazza un libro sul salvataggio, raccomandandole di leggerlo coscienziosamente. Egli agì e il suo slancio salvò la giovane. Indubbiamente da qual momento la ragazza non fu più la stessa persona. In nessun modo ella avrebbe potuto ripagare un debito cosi alto.

Il dono di Gesù Cristo è l’atto supremo di Dio per salvarci. Egli non può andare al di là di tale gesto. Nel dono del suo diletto figliuolo, il Padre ha offerto tutto se stesso. Credere questo significa che noi non possiamo essere più le stesse persone. Il Cristo ha fatto per l’uomo perduto più di quanto hanno fatto per l’umanità i più grandi uomini della terra. Egli ci ha raccolti. Al posto della morte ci offre la vita eterna, al posto del peccato la giustizia, al posto della malattia la guarigione, e al posto delle tenebre la luce.

VOCE DELLA PROFEZIA