“Adamo da solo, con il suo peccato, ha causato la morte di tutti gli uomini. Dio invece, per mezzo di un solo uomo, Gesù Cristo, ci ha dato con abbondanza i suoi doni e la sua grazia… per la disubbidienza di uno solo, tutti risultarono peccatori; per l’ubbidienza di uno solo, tutti sono accolti da Dio come suoi.” Romani 5: 15,19.
Le condizioni necessarie affinché noi siamo salvati non sussistono in grandi pellegrinaggi, fustigazioni, processioni e opere meritorie: non si tratta di dare per ricevere; la salvezza non viene pattuita, non è oggetto di speculazioni. Questa concezione della salvezza appartiene al paganesimo, specialmente quello proprio della Grecia antica e della Roma antica, che è stata introdotta nel cristianesimo.
Negli scritti dell’Apostolo Paolo, la salvezza è un libero dono di Dio che si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo. L’opera perfetta ed efficace di Gesù Cristo, non viene perfezionata dall’uomo, semmai resa inefficace a motivo dell’incredulità e dello scetticismo. Questo cambiamento di atteggiamento da parte di Dio nei confronti del peccatore, in base all’opera di Gesù Cristo, a cui Paolo fa riferimento, non significa che Cristo sia riuscito a cambiare il sentimento di Dio nei riguardi del genere umano; ma che cambiò il rapporto tra Dio e il peccatore. “Dio ci ha riconciliati a se mediante la morte del Figlio suo” vers 10. Questa riconciliazione da parte di Dio comporta un grande cambiamento di posizione per entrambi: Dio accoglie l’uomo che accetta il sacrificio sostitutivo di Cristo e si volge a nuova vita.
Se Cristo non ci donasse lui la forza di realizzare questo necessario requisito non ci sarebbe alcuna speranza per noi. Cristo è il salvatore perfetto. Qualsiasi persona che inseriamo nel quadro della salvezza, santi e madonne, sminuisce l’opera perfetta di Cristo e sottrae di fatto la fiducia in Dio.
Il Signore Gesù ha varcato la soglia di questa terra e ha vissuto una vita perfetta secondo giustizia; è morto sulla croce non come vittima inerme di Satana, ma come il suo risoluto vincitore, divenendo così un Salvatore perfetto. Ora egli ci offre questa salvezza come un abito per rivestire la nostra ingiustizia. Se lo accettiamo, Dio ci considera giusti come suo Figlio. Cristo ci ha procurato questo dono con la sua propria vita. “Ora, liberati dal servizio del peccato, siete passati al servizio di Dio: il risultato è una vita che piace a Dio, e il traguardo è la vita eterna. Perché il peccato ci paga con la morte, Dio invece ci da la vita eterna mediante Cristo Gesù, nostro Signore”. (Rom. 6:22-23).
Sul Calvario Cristo ha portato i nostri peccati e ha subito la condanna destinata a noi. Egli ci ha così ristabiliti nella giusta relazione con Dio che è fonte di vita per tutti gli uomini. Il Figlio di Dio ha realizzato per noi una salvezza completa, da essa scaturisce la proclamazione fondamentale del Vangelo:“Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio affinché chi crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna” (Giov.3:16).
L’esortazione che cogliamo in questa meravigliosa dichiarazione è quella di accogliere la salvezza come il libero dono di Dio. Non si tratta di guadagnarla o riceverla in cambio di qualcosa. E’ detto che la riceviamo per fede e quindi viviamo per fede, come anche camminiamo per fede.
L’uomo naturale possiede una mentalità che per natura si oppone a Dio. Cristo infonde nell’uomo una potenza che proviene dal cielo capace di produrre il cambiamento. La sua mano fa vibrare le corde che producono nella nostra vita un nuovo corso di pensieri e di sentimenti cristiani.